Mercato
Le vendite di costumi da bagno in Italia valgono 750 milioni di euro l’anno. Secondo Confindustria Moda, dopo un 2019 di buona crescita, con un fatturato in aumento del 10,2%, nel 2020 il comparto ha sofferto il generale calo dei consumi, chiudendo l’anno con una perdita del 14,9%, l’export è sceso dell’11,4% e il fatturato è stato di 440 milioni di euro.
Nel 2021, secondo recenti dati di Sita Ricerca “Fashion Consumer Pannel” — osservatorio permanente sui consumi fashion della popolazione italiana —, i consumi di intimo, calze e costumi da bagno sono aumentati del 16% rispetto al 2020 che si era chiuso a -19% rispetto all’anno precedente. Sebbene in crescita, le performance dello scorso anno non hanno permesso al mercato di ritornare ai livelli del 2019 rispetto ai quali il risultato è inferiore del 6%. Infatti, il mercato dell’intimo e dei costumi da bagno è stato fortemente influenzato dalla pandemia, anche se il calo di fatturato registrato dal settore è inferiore a quello complessivo del settore abbigliamento.
I dati del Fashion Consumer Panel mostrano che nel 2021, in Italia, quella dei costumi da bagno si è rivelata la categoria di prodotto più dinamica del comparto, riportando un incremento del 26%. Un risultato reso possibile dalle riaperture estive e dalla volontà di spendere le ferie estive al mare anziché in montagna, come invece era successo nel 2020. Il trend delle fonti di acquisto nel 2021 registra che i negozi fisici hanno recuperato quota rispetto al 2020, mentre l’onlinearresta la crescita, attestandosi al 13% del mercato, contro l’8% del 2019. In particolare, risultano in forte recupero i negozi specializzati monobrand, che hanno raggiunto una quota del 49%, si tratta di negozi, come Tezenis, brand del gruppo Calzedonia, e Yamamay. Questa stessa fonte d’acquisto era quella più sofferente nel periodo pre-pandemia, con un trend decrescente di anno in anno, in particolare modo nel comparto “donna”. Recupera anche la distribuzione organizzata, intesa come aggregato costituito sia dalle insegne multimarca/department store come ad esempio Cisalfa, Decatlon, Coin.

Il prezzo rimane il driver di acquisto principale, sempre secondo Sita Ricerca, il 40% circa degli italiani negli acquisti di abbigliamento, scarpe e accessori intende comprare soprattutto in saldo e promozione. Mentre, il 25% invece dichiara che continuerà ad acquistare come ha sempre fatto. Tuttavia l’attenzione alla qualità dei capi (resistenza, durata, materiale — 21% —), ai prodotti Made in Italy e tracciabilità della filiera (18%) e alla sostenibilità ambientale e sociale (10%) continuano a crescere come driver di acquisto.
Infine, secondo un’ulteriore ricerca condotta da List.it (che prende in esame i due mesi pre-estivi del 2020, aprile e maggio) hanno permesso di identificare i marchi più desiderati e ricercati dai consumatori italiani. Nella top 5 dei marchi cercati dalle donne spicca il marchio italiano Oserée, fondato nel 2015, seguito da Fisico, Eres (marchio del gruppo Chanel), Reina Olga (altro brand di beachwear Made in Italy, fondato dalle sorelle Isotta e Guia Cleps) e, solo quinto, Asos. Come evince i primi quattro brand si posiziono in fasce d’acquisto medio-alta, alta. Aspetto che attrae anche gli uomini, che puntano su brand di fascia luxury: il primo della lista è Versace, seguito da Sundek, Vilebrequin, Dsquared2 e Stone Island.
Allargando il focus a livello globale, tra i brand più cercati dalle donne ci sono Billabong, L*Space (brand californiano di fascia media), Acacia by Naomi Newirth (marchio di abbigliamento comfort); Frankies Bikinis (etichetta fondata a Los Angeles nel 2012), e Asos. Le ricerche maschili, invece, hanno premiato Vilebrequin, Pacsun, Versace, Hurley e Nike.
A livello internazionale si evince una forte tendenza: la nascita e la rapida ascesa di nuovi marchi — soprattutto per le consumatrici —, che consapevoli di nuove tendenze (filiera tacciabile, sostenibilità e ricadute ambientali e sociali, qualità e durata dei tessuti) e strumenti (Instagram su tutti) riescono ad emergere come aziende leader di un settore fortemente influenzato da campagne marketing mirate, capillarità nella distribuzione e immagine aziendale.